Costituito dal parco seicentesco che circondava le ville nobiliari (costruite la prima nel ‘500 e la seconda nel ‘700), è posto nella zona settentrionale del parco; l’accesso è costituito da un maestoso viale di ippocastani che accompagnano il visitatore in un Bosco-Giardino dove sono presenti diversi grandi alberi notevoli per portamento e dimensioni. Tra le specie autoctone (o da lungo tempo naturalizzate) citiamo alcuni begli esemplari di acero campestre, bagolaro, albero di Giuda e orniello che qui si presenta con individui a portamento e dimensioni inusuali per questa specie (normalmente è poco più di un alberello).

Sono presenti anche diverse specie alloctone come la gleditsia, la ginko biloba diverse specie di cedri (Cedro dell’Atlante, Cedro del Libano, Cedro dell’Himalaya) e l’Albero del Caffè di origine Nord Americana che qua e là spontaneizza; gli esemplari più importati sono segnalati da un cartellino di riconoscimento (curato dal WWF): essi sono il residuo del giardino storico creato, come si usava, come collezione di piante non autoctone.

L’impronta antropica è evidente sia nella scelta che nella disposizione delle specie arboree e arbustive piantate, nonché per la gestione a spazio pubblico praticata periodicamente. Le specie arboree presenti sono ippocastano (Aesculus hippocastanum L.), albero del caffè (Gymnocladus dioica (L.) K.Koch), sofora (Styphnolobium japonicum (L.) Schott), robinia (Robinia pseudoacacia L.), bagolari (Celtis australis L., Celtis occidentalis L.), tigli (ibridi, Tilia americana L., Tilia platyphyllos Scop.), aceri (Acer campestre L., Acer negundo L.), melograno (Punica granatum L.), abete bianco (Abies alba Mill.), platano (Platanus × hispanica Mill. ex Münchh.), cedri (Cedrus atlantica (Endl.) Manetti ex Carrière, Cedrus deodara (Roxb. ex D.Don) G.Don, Cedrus libani A.Rich.), calocedro (Calocedrus decurrens (Torr.) Florin), cipressi (Cupressus sempervirens L., Cupressus arizonica Greene), ginkgo (Ginkgo biloba L.), gledischia (Gleditsia triacanthos L.), albero di Giuda (Cercis siliquastrum L.), tasso (Taxus baccata L.), diospiro cinese (Diospyros lotus L.), fico (Ficus carica L.), Paulownia tomentosa Steud. e olmo bianco (Ulmus laevis Pall.). Molte sono le piante d’interesse paesaggistico sia per le dimensione che la curiosità botanica. Un po’ ovunque è presente rinnovazione affermata di robinia, gelso da carta (Broussonetia papyrifera (L.) L’Hér. ex Vent.), bagolaro e lauroceraso (Prunus laurocerasus L.).
In questa area vi erano giochi d’acqua come testimoniano i resti della fontana ancora visibili.

Spostandosi un po’ più avanti, sulla vostra sinistra, trovate ancora i basamenti delle colonne del portico anteriore della villa e i due gradini di ingresso; alle vostre spalle, una a destra e una a sinistra, le vecchie scuderie.

La Villa del ‘700, nota come Villa Sampieri Talon, fu quasi interamente rasa al suolo dal bombardamento del 18 aprile del 1945, a seguito del quale rimane oggi solo lo spigolo sud ovest con annessa la limonaia. Il rudere è stato consolidato al fine di preservarne la rimanente struttura e con essa il ricordo degli avvenimenti storici che qui hanno avuto luogo: dalle feste dei marchesi nel ‘700 al bombardamento del 1945.Nella vecchia limonaia, unica parte della villa oggi fruibile, ha sede il Vivaio Comunale per la Biodiversità destinato alla coltivazione di piante tipiche della nostra Regione, che verranno poi reintrodotte in ambiente urbano per creare aiuole ad alta biodiversità e bassa manutenzione; è anche sede di attività didattiche e divulgative.