L’edificio, costruito nel ‘700 dalla famiglia Sampieri, lungo uno dei sentieri che saliva la collina, coltivata fino all’800, si dice abbia ospitato, fino ai primi del ‘900, un eremita che viveva dell’elemosina della famiglia.
I sentieri che salivano per la collina portavano inoltre al cimitero dei cani della Famiglia Sampieri e ad un orrido sul rio delle Muraglie attraversato da un ponte.
Oggi la vegetazione della collina si è evoluta in un Bosco misto a prevalenza di roverella (Quercus pubescens Willd.)
Localizzato alle spalle di Villa Talon sul versante che sale verso il santuario della Madonna di San Luca.
E’ un soprassuolo misto di latifoglie con struttura stratificata e irregolare assimilabile ad un bosco disetaneiforme. Il piano superiore ha altezza compresa tra 15 e 20 m ed è a dominanza di roverella che si distribuisce planimetricamente in modo estremamente variabile.
Si tratta di piante monocauli di origine prevalentemente gamica. Sono più rade nella porzione centrale e settentrionale dove è elevata la differenziazione diametrica. Sono, invece, più ravvicinate in quella meridionale oltre il Rio delle due Muraglie dove la differenziazione diametrica è minore. Si tratta di piante annose spesso in condizioni di senescenza avanzata talvolta anche morte in piedi.
Nella porzione prossima alla villa il piano superiore si arricchisce anche di entità alloctone, come i cedri, e di poche piante di cerro. Il piano intermedio è formato da aceri (campestre, trilobo ed opalo), orniello, carpino nero, olmo campestre. In prossimità del Rio delle due Muraglie sono presenti anche carpino bianco, bagolaro e tiglio. Piante di acero opalo, tiglio, bagolaro e ailanto partecipano anche alla formazione del piano superiore. Il piano intermedio è caratterizzato principalmente da piante policormiche (ceppaie con più polloni) spesso di origine agamica e la loro densità è maggiore nella porzione centro-settentrionale rispetto a quella meridionale. Nel piano inferiore è presente la rinnovazione di aceri, orniello, carpino nero, bagolaro, ailanto, robinia, poca roverella, e molti arbusti o piccoli alberi quali: albero di Giuda, maggiociondolo (Laburnum anagyroides Medik.), biancospini (Crataegus sp.pl.), lantana (Viburnum lantana L.), cornioli, alaterno (Rhamnus alaternus L.), nocciolo, prugnolo, ligustro, rose (Rosa sp.pl.), lentaggine (Viburnum tinus L.), alloro (Laurus nobilis L.) e le lonicere (Lonicera xylosteum L., L. etrusca Santi). Il sottobosco è ricco di rinnovazione di specie arbustive ed arboree, molte sono anche le entità erbacee, le più diffuse: Ruscus aculeatus L., Asparagus acutifolius L., Dioscorea communis (L.) Caddick & Wilkin, Viola alba Besser, Melica uniflora Retz., Helleborus sp., edera, vitalba, Melittis melissophyllum L., Vinca minor L., Mercurialis perennis L., Anemone nemorosa L., Lithospermum purpureocoeruleum Thore, Cruciata glabra (L.) Opiz., Daphne laureola L., Inula conyza (Griess.) DC., Vincetoxicum hirundinaria Medik., Lonicera caprifolium L.
In particolare nella porzione centro-settentrionale è frequente il crollo di “piante d’alto fusto” sia di roverella che di bagolaro morti o senenescenti. Queste piante presentano spesso vistosi carpofori, principalmente, dei generi Ganoderma, Phellinus e cavita basali significative. E’ frequente anche il ribaltamento di ceppaie dominate ed aduggiate di carpino nero, acero opalo e, più raramente, orniello. Ciò comporta la formazione di grosse buche che vengono colonizzate lentamente dalla vegetazione presente. La presenza di grosse buche unito alla particolare ripidità del versante innesca uno stato di dissesto latente che un’area di contatto con la citta può avere solo a rischio di danni a cose e persone molto significativi.
Note:
Ai margini delle formazioni boschive è spesso presente un mantello arbustivo caratterizzato da rovi, sambuco nero, sanguinello, biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), prugnolo, rosa canina e di liane: luppolo, vite e vitalba per ricordare le più frequenti e/o abbondanti. Si tratta principalmente di piante giovani in pieno vigore vegetativo e di dimensione contenuta.
(dalla Relazione definitiva – 15 Marzo 2017 Dip. BiGeA – Università di Bologna, Prof. Alessandro Chiarucci, Dot.sa Chiara Lelli)
L’Area, nel 2018, è stata oggetto di lavori di sistemazione idrogeologica/forestale attuati grazie ai finanziamenti del Piano di Sviluppo Rurale (misura 8.3.01) della Regione Emilia Romagna