Il nome antico dei Sampieri era “Da Sanpietro”, derivante forse dal fatto che le loro prime case sorgevano nei pressi della Metropolitana di San Pietro in Bologna, sebbene alcuni storici, ritenendoli discendenti dai Cattanei di Castel San Pietro, lo attribuiscano a quest’ultima località.
Le prime notizie della loro presenza a Bologna risalgono al secolo XIV ed in un primo tempo esercitarono l’attività mercantile da cui trassero grandi ricchezze e la possibilità di affermarsi in quello che era il tessuto portante della città.
I Sampieri fecero parte della fazione dominante in Bologna, i Geremei, ed annoverarono tra i propri discendenti molti dottori dello Studio bolognese che diedero lustro alla famiglia, tra i quali il più famoso fu Floriano, ritenuto il vero capostipite della casata, che insegnò anche a Siena e a Ferrara e che ricoprì prestigiosi incarichi in tutta Europa.
Fama e notorietà portarono presto i Sampieri a far parte dei più importanti uffizi della città, così furono tra gli Anziani, tra i membri del Consiglio dei 120, tra i Dieci di Balia (la Magistratura del Libero Comune del 1376) e tra i XVI Riformatori.
Il primo della famiglia a ricoprire la carica di Senatore a vita fu Ludovico Sampieri, eletto nel 1478, e rimasto tale fino alla sua morte avvenuta nel 1493. Il Casato riottenne quella nomina nel 1506 dal Pontefice Giulio II, alla restaurazione del potere della Chiesa di Bologna, riconfermata poi da Leone X nel 1513.
I Sampieri in seguito occuparono saltuariamente il seggio senatorio, finchè lo ottennero definitivamente nel 1590, per Breve del Papa Sisto V, perdendolo solo alla soppressione del Senato
bolognese ad opera di Napoleone Bonaparte.
I Sampieri, che nel tempo si erano divisi in vari rami, possedevano diversi palazzi a Bologna, tra i quali la residenza senatoria della famiglia che era situata dietro la Loggia dei Mercanti (Palazzo della Mercanzia) agli inizi di via Santo Stefano che, già dei Bonafede, fu acquistata dai Sampieri nel 1476 e da questi restaurata ed abbellita da quel portico slanciato tuttora esistente. Il Palazzo conteneva un’inestimabile raccolta di quadri, per nulla inferiore a quella che un altro ramo della famiglia aveva nella sua sede di Strada Maggiore.
I Sampieri furono insigniti del titolo di Marchesi nel 1687 dal Re di Francia Luigi XIV, e ne beneficiarono i figli del Senatore Filippo: Francesco Giovanni, Giovanni Battista e l’Abate Girolamo.
Oltre agli immobili che possedevano a Bologna, i Sampieri acquistarono vasti terreni coltivabili a Casalecchio, divenendo tra il XVII e il XVIII secolo proprietari di quasi tutta la zona sulla quale oggi sorge il paese, al di qua e al di là del Ponte sul Reno.
Costruirono la prima Villa, seicentesca, a ridosso del colle, in luogo salubre e ameno, e più avanti nel tempo, non essendo questa sufficientemente rappresentativa del loro lignaggio, ne eressero una seconda, più grande e sontuosa, dalle linee settecentesche, attorno alla quale prese forma il meraviglioso parco.
Fu qui, si dice, che l’ultimo dei Sampieri, il Marchese Francesco Antonio, conobbe la sua futura sposa Anna, nota poi come la “Sampireina”, soprannome datole dal popolo bolognese. La “Sampireina” era nata De Gregorio, discendenza illustre anche questa, essendo figlia di un intelligente siciliano, abile amministratore di Carlo VI di Borbone e che fu, per i suoi servigi, nominato Marchese di Villa Santoro e Squillace.
Inserita e benvoluta dalla migliore società dell’epoca, non per niente era amica carissima dell’altrettanto famosa Donna Maria Hercolani, la Marchesa Anna Sampieri fece della Villa di Casalecchio un centro di brillanti ricevimenti ed un “salotto culturale”. Il marito, del resto, era un uomo di vasta cultura e soprattutto un appassionato della buona musica, amico dei più famosi artisti di quei tempi. Organizzava concerti, rimasti celebri, e ad essi intervenivano i nomi più belli dell’aristocrazia e dell’arte. Rimase famosa, tra le altre, la festa data il 26 luglio 1836, in onore del Maestro Cavalier Rossini, nella quale il Buchen, celebre flautista, eseguì un’aria dalla “Donna del Lago”, musica composta dallo stesso Marchese Francesco Antonio Sampieri. Lo
spettacolo venne eseguito sul laghetto della Villa, dove quindici belle e aggraziate dame, vestite di bianco, cantarono fra festoni colorati, anche un inno al Maestro Rossini.La società che frequentava i ricevimenti a Casalecchio era molto varia: insieme alla porpora del Cardinal Legato o al paonazzo degli abiti prelatizi, si potevano vedere le vesti da cerimonia degli ultimi superstiti dell’antico Reggimento della Cosa Pubblica di Bologna, il bianco delle giubbe degli occupanti ufficiali austriaci e, segnati a dito, giovani noti per le loro idee liberali e patriottiche, molti dei quali si erano già fatti onore sui campi di tutta Europa al seguito di Napoleone.
Fra questi, era assiduo della Villa di Casalecchio un giovane e brillante ufficiale, il Marchese Alessandro Guidotti, bolognese di nascita, che aveva fatto con l’esercito napoleonico la campagna di Spagna del 1808, guadagnandosi le spalline di sottotenente nel sanguinoso assalto di Gerona, e che, poi, partecipò alla sfortunata spedizione in Russia. Durante i moti
del 1831, viene nominato colonnello della Guardia Nazionale di Bologna dal Governo provvisorio della Romagna. Anna De Gregorio Sampieri non rimase indifferente al fascino dell’eroico
nobiluomo, in un momento critico del suo matrimonio con il Marchese Francesco, che pare avesse una relazione a Firenze con una signora bolognese.
In tutta segretezza la “Sampireina”, assistita dall’amica Donna Maria Hercolani, diede alla luce un bambino in una casa di Strada Maggiore a Bologna. Il neonato, figlio del Guidotti, fu allevato da una famiglia di contadini e poi da una De Gregorio, sorella della Marchesa Anna Sampieri, a Madrid. Il ragazzo aspirò, in seguito, all’eredità Sampieri, ma il tribunale emise una sentenza a lui contraria. Il Guidotti morì il 12 maggio 1848 a Treviso, in uno scontro con gli austriaci. Il Marchese Francesco Antonio Sampieri decedette nel 1863 e Anna De Gregorio il 3 novembre 1866. Dalle loro nozze era nata, nel 1829, una figlia, Carolina, che nel 1849 sposò Dionigi Gabriele Vittorio Talon. Si estingueva, così, il cognome Sampieri.